Mungo nuovo direttore di Supertifo

Supertifo tornerà in edicola da metà maggio. Che uno dei coautori di "Stadio Italia" sia stato scelto come direttore di questo magazine ci riempie di felicità. Riportiamo il comunicato stampa firmato da Mungo:
Cari lettori
cari
amici ultra
s
cari ragazzi di stadio
Rinasce Supertifo e rinasce, simbolicamente, allo scoccare del suo 25° anno di età. Una rivista, pertanto, molto più che maggiorenne, che nella sua storia pluridecennale ha saputo attraversare nel bene e nel male l’evoluzione e le trasformazioni della società italiana e conseguenzialmente di tutto il movimento ultras italiano ed europeo, verso scenari che a metà anni 80 erano poco più che allarmanti profezie, rivelatesi poi, purtroppo, sconcertanti realtà.

Quando Supertifo nacque repressione efferata e scientifica da parte dello Stato, mercificazione delle curve, politica invasiva e sovraesposizione mediatica erano parole prive di significato, o quasi, nel vocabolario ultras. Allora tutto sembrava ancora relegato a quello spontaneismo linfa vitale di un movimento morfologicamente antagonista, nato dal basso e fortemente antisistemico. Gli stadi non erano ancora quel laboratorio di repressione che sono diventati oggi. Non vi erano oscene tessere di fedeltà monitorata dalle questure e dai business lobbistici, non vi erano divieti e gli infami delle curve erano stigmatizzati e repressi dalle curve stesse. 

Ma qualcosa già si agitava sotto la cenere, come un morbo capace di minarne l’organismo ed oggi, dopo 25 anni, siamo qui a ripercorrerne il decorso, comprenderne sintomi e manifestazioni e farne una diagnosi chiara e onesta sul suo capezzale, per cercare con tutte le nostre forze di fare informazione libera,  di sedimentare batteri di controinformazione costruttiva, di elaborare rivendicazioni ed esigenze  di approfondimento e riflessione, di raccontare alle nuove generazioni cosa è successo prima, durante e cosa ci attenderà dopo: affinchè tutto ciò che si scrive e si dice sul mondo ultras e non solo, abbia la possibilità di esprimere punti di vista dissidenti e molteplici. Prima che sia troppo tardi. Prima che il buio ingoi tutto.

Nei prossimi mesi, ci auguriamo anni, è prioritaria volontà della nuova proprietà editoriale, del nuovo direttore e del nuovo corpo redazionale, elevare questa avventura romantica che abbiamo rilevato da un recente passato francamente imbarazzante, alla stregua di una rivista di livello, concorrenziale, moderna, attuale, capace di dire la propria in maniera autorevole nel mondo ultras e non solo, con approfondimenti, notizie, anticipazioni, interviste, recensioni, inchieste, lettere dei lettori, reportage, rubriche, succulenti allegati, collaborazioni editoriali e tutto quello che un vero magazine moderno deve essere. Avremo un lavoro duro, dovremo essere competitivi e limare tutte le ingenuità, le semplificazioni grossolane, evitare le trappole mediatiche e le sistematizzazioni degli “ultras” nel girone dei collerici, dei violenti, degli ottusi. Dovremo definire ancora meglio il nostro stile estetico e la nostra linea editoriale, cercare di uscire dal limbo dell’editoria minore in cui il sistema delle lobby editoriali e della comunicazione di massa relega pubblicazioni come la nostra, sfidare il business e arrivare laddove mai ci hanno voluto ascoltare.

Ma ce la faremo, grazie a tutti voi. Grazie ai nuovi collaboratori sparsi sul territorio nazionale ed europeo che ci consentiranno un’informazione selettiva, eterogenea, bipartisan, corretta, onesta, mai serva di nessuno. Grazie ai collaboratori della prima ora che hanno creduto da subito nel progetto, non attendendo di salire sul carro dei vincitori in corsa. Grazie alla forza della dialettica, della documentazione, della coerenza, dell’onesta, della memoria storica e  delle tradizioni, dell’autocritica ma soprattutto della  mobilitazione delle coscienze.

Alcuni affermano che il mondo ultras è un mondo difficile da raccontare, che non si vuole raccontare, un mondo omertoso. Per alcuni versi è vero e, consentitemelo, è anche sacrosanto che sia così poste le banalizzazioni delle forme 
e dei contenuti, le strumentalizzazioni e mistificazioni alle quali i media di sistema l’hanno sovente condannato. Ma altresì bisogna riconoscere le nostre colpe, quelle di un mondo ultras che troppo spesso ha lasciato che parlassero solo le pagine di cronaca nera e non quelle della propria cultura, di strada o di accademia che fosse. Abbiamo menti splendide che si dibattono, lottano e crescono nei rivoli della (sotto ?)cultura ultras: scrittori, studenti, operai, disoccupati, precari, padri, madri, figli, professionisti, artisti, giornalisti onesti e non schierati, DONNE e UOMINI  LIBERI, e da essi pretendiamo sostegno, critica e collaborazione. Ultras come filosofia , come scelta di campo, come predisposizione al confronto.

Da ora proveremo noi a raccontarci, a diffondere notizie, comunicati, cronache. Saremo noi a denunciare abusi, anomalie, distorsioni, esasperazioni. A modo nostro. Dal basso. Dal sottofondo. Come piaceva a Dostojevski. Come piaceva a Majakovskij. Come piaceva a Celine e Ezra Pound, come piaceva a Pasolini e  come ci ha insegnato l’indimenticato nostro maestro e fratello Valerio Marchi alla cui memoria dedichiamo i nostri sforzi di verità e con lui a tutti quegli splendidi Ragazzi di Stadio e di Strada che non ci sono più e per il ricordo dei quali ancora lottiamo. Perchè la verità non ha colori, tanto meno la giustizia, sociale o sportiva che sia.

Molti non saranno d’accordo, molti ci boicotteranno, altri ci ameranno, tutti, mi auguro, ci difenderanno. 

Ho sempre desiderato che un giorno anche gli ultras potessero dire la loro opinione scevra da pregiudizi e da censure, in maniera autorevole e credibile e grazie  a tutti voi questo si potrebbe avverare. Continuiamo così, da ultras, da uomini liberi!

Buon lavoro a noi e grazie a voi, amici.

Come sempre dalla parte del torto…
Domenico Mungo

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