GENOA-MILAN : la politica fuori dagli stadi???

Fonte: secoloXIX
Ore 22.55, è deciso: Genoa-Milan si gioca a porte chiuse. Dopo l’ultima serie di contatti e valutazioni, comprese quelle con il presidente della Lega calcio Maurizio Berretta e, soprattutto con lo staff del ministro Roberto Maroni è arrivata la decisione. Che qualcosa stesse cambiando lo si era capito un paio d’ore dopo l’ultimo vertice operativo in Prefettura nel corso del quale erano state definite le ultime specifiche del sistema di sicurezza (1400 tra forze dell’ordine, stewards, vigiliurbani, sistema sanitario) che avrebbe dovuto blindare l’area tra Brignole e lo stadio. I rapporti della Digos di Genova, i contatti con ambienti della tifoseria genoana e riscontri da parte della Digos milanese, consigliavano di evitare di giocare con i tifosi milanisi a Genova.

La decisione finale compendia un po’ tutte le esigenze. Quella principale della sicurezza e dell’evitare incidenti visto che da Milano sarebbero arrivati “solo” 371 tifosi con regolare biglietto. Ma con il rischio che, se non tutti, fossero tra i peggiori. A Genova i tifosi rossoblù della Tifoseria Organizzata avevano confermato la loro manifestazione alle 13 in piazza Verdi annunciata per “rendere il più disagevole possibile l’accesso dei tifosi milanisti ai settori loro riservati”. Con l’intenzione di svolgere anche il corteo sino a Marassi. Il rischio potenziale di incidenti, gravi, c’era tutto. Nonostante mediazioni, appelli come quello del padre di Vincenzo Spagnolo, ucciso il 29 gennaio 1995 prima di Genoa Milan negli scontri tra le tifoserie.
Da allora nessun tifoso rossonero era più sceso a Genova per Genoa-Milan. Il tentativo di aprire con la tessera del tifoso, peraltro provvisoria e sperimentale e non ancora nella sua versione definitiva, si scontrava con la realtà, difficile, della piazza. La seconda esigenza da “comprendere” (e non sconfessare politicamente) con una scelta drastica era quella appunto della tessera del tifoso. Respinta ogni richiesta di revocare l’ok alla trasferta dei milanisti, sollecitata dai diversi sindacati di polizia _da Mario Tullo deputato del Pd da anni impegnato sul tema tifoserie a Genova con l’appoggio dei colleghi Enrico Musso (Pdl) e Giovanni Paladini (Idv, agente in aspettativa), dal presidente della Regioen Claudio Burlando, dai sindacati di polizia, dalla lettera (senza risposta da parte di Maroni) della sindaco Marta Vincenzi – l’unica soluzione agibile appariva quella delle porte chiuse.
Avanzata, sussurrata nei giorni scorsi. Costruita nelle ultime ore. La valutazione degli investigatori è stata determinante. Per quanto accertato e scoperto, perché la cognizione che “comunque” lo scontro una parte anche minoritaria di tifoseria genoana e rossonera lo avrebbero accettato si è fatta via via più concreta. Le porte chiuse tengono fuori i tifosi, abbonati e no, del Genoa («soluzione iniqua che penalizza i genoani che, peraltro, invito a stare calmi e non creare problemi» dice il presidente del Genoa, Enrico Preziosi). E vietano ai milanisti di essere a Genova. Sul sito del Milan l’annuncio compare alle 23.48. Adriano Galliani tace. Fonti vicine alla società manifestano «amarezza perché poteva essere il ritorno alla normalità». E’ stata la soluzione più utile all’obiettivo e toglie dal tavolo ogni alibi a tutte le parti in causa, di parte genoana (manifestazione non autorizzata in piazza Verdi) e milanista (trasferta e rivalsa a Genova dopo 15 anni viste anche le scritte _ “uccideremo un altro genoano” – comparse a Milano.
L’ordinanza del Prefetto Francesco Musolino è stata assunta «per ragioni di ordine e sicurezza pubblica» e fa riferimento all’art. 2 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. L’ordine pubblico era da gestire e c’era stata, come detto, la ricerca di contatti con ambienti della tifoseria rossoblù nelle ultime 36 ore per capire che margini di manovra ci sarebbero stati. Non è scritto da nessuna parte, ma è lecito pensare che in serata ci sia sta anche la ragionevole certezza che oggi con questa decisione non sarebbe successo nulla di particolare con la gara a porte chiuse. Ovvero che la manifestazione non ci sarebbe stata e che nessuno sarebbe andato a creare problemi fuori dallo stadio. Annullate già da ieri tutte le manifestazioni di festa con i ragazzini dei Children e delle società sportive invitati al Ferraris (oltre mille) a casa per motivi di sicurezza. Annullata la festa per i 99 anni del Ferraris con la maxi torta e il taglio della prima fetta da parte del capitano del Genoa, Marco Rossi.
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