LA TV DISTRUGGERA’ IL CALCIO !

Il calcio moderno rischia il crak. Il dominio delle televisioni, che ha trasformato il gioco popolare in business e le società sportive in SPA, ci fornisce la vera malattia del calcio moderno…. Altro che tifosi, altro che Ultras. In qiesto articolo pubblicato da Repubblica.it viene spiegato cosa sta per succedere:
 
MILANO – Qualcuno dei presidenti ci ha davvero perso il sonno, come paventato ieri con una battuta secca ma efficace da Tommaso Ghirardi, patron del Parma, al suo arrivo negli uffici della Lega Calcio per una riunione convocata d’urgenza. Già, perché c’è in ballo la sopravvivenza della serie A (ma di conseguenza anche dell’intero movimento calcistico) nell’udienza del Tribunale civile di Milano fissata per domani per decidere sulla richiesta di sospensiva presentata dai legali di Conto-Tv in merito all’assegnazione a Sky dei diritti per la piattaforma satellitare.

CLUB A RISCHIO FALLIMENTO SENZA QUEI SOLDI – Se infatti il Tribunale decidesse di accogliere la richiesta dell’emittente televisiva, i club avrebbero un mancato introito di 571 milioni di euro, che è facilmente quantificabile in qualcosa che supera il 40% del bilancio previsto. Un danno, paradossalmente, assai più ingente di quello provocato da un giudizio di merito sfavorevole. Il rinvio, come giustamente fanno notare gli addetti ai lavori, paralizzerebbe di fatto gran parte dell’attività in attesa di stabilire quello che gli avvocati delle società danno per scontato e cioè che l’assegnazione a Sky dei diritti è legittima. Intanto però, coi tempi della giustizia civile, si sarebbero letteralmente dissanguate le società che, una volta ottenuta ragione, avrebbero oramai dovuto come minimo ridimensionare di molto le loro ambizioni. Basti pensare che entro il 30 giugno le società devono completare la loro iscrizione al campionato che comincia il 28 agosto, presentare i bilanci alla Covisoc per la certificazione e, ovviamente, predisporre il mercato per la prossima stagione. Farlo senza i milioni di euro previsti in arrivo dal primo luglio prossimo, su un giro d’affari complessivo stimato in 1.400 milioni, significa come minimo un grande ridimensionamento del calcio italiano. Sempre che tutte le società riescano a sfuggire al fallimento, comprese quelle di B che aspettano di ricevere la fetta loro spettante dalla mutualità.

IL PREOCCUPATO SILENZIO DELLA LEGA – Dal punto di vista squisitamente tecnico poi l’imprevista povertà delle società si rifletterebbe sugli organici e diventerebbe davvero un abisso incolmabile il gap, già esistente, con Inghilterra e Spagna (anche per via delle diverse normative fiscali in quei Paesi). Insomma, col 40% di entrate in meno, sarebbe difficilissimo ingaggiare campioni e trattenere quelli che ci sono. Certo, un giorno, la vicenda si sbloccherebbe con l’arrivo di una sentenza di merito. Ma sarebbe sicuramente tardi. La giustizia civile ha dei tempi incompatibili con le esigenze di questo calcio. "Le società di serie A vedrebbero pregiudicata la loro sopravvivenza e con esse le società delle categorie inferiori che vedrebbero sparire le ingenti risorse ridistribuite all’interno del sistema calcistico nazionale", conclude il comunicato diramato della Lega Calcio al termine della riunione d’emergenza di ieri, l’unica voce ufficiale, visto che né il presidente della serie A, Adriano Galliani, né quello della Lega, Maurizio Beretta, hanno rilasciato commenti. E anche questo la dice lunga sull’apprensione che regna nell’ambiente. Certo, rimane difficile credere che "un operatore che non ha mostrato alcun serio interesse ad acquisire i diritti in oggetto", come viene definito Conto Tv dal comunicato della Lega, possa essere identificato come l’assassino del calcio italiano, fondato e ormai indissolubilmente pagato dalla televisione. Però rimane un dato di fatto: la vendita dei diritti tv stabiliti collettivi per legge rischia una clamorosa falsa partenza, addirittura tragica per il movimento pallonaro, che invece volevano sostenere nel suo complesso.

CONTO TV: PER DOMANI CI SENTIAMO FORTI –  Tutto ciò mentre ostenta grande fiducia Marco Crispino, amministratore delegato di Conto Tv, alla vigilia della decisione del Tribunale di Milano che potrebbe sospendere la validità dei contratti televisivi della Lega Calcio. "Per domani ci sentiamo molto forti, la sentenza del Tar ha chiarito come stanno le cose: per generare concorrenza ci vogliono più pacchetti e devono essere bilanciati – ha spiegato Crispino ai microfoni di Radio Radio Tv – e la Lega ha tutto il tempo per rifare i pacchetti. Noi abbiamo provato a prendere delle partite di serie B e C ed è andata bene, adesso vogliamo provare a prendere la serie A. Ma non possiamo partecipare con un pacchetto enorme come quello di Sky, anche Sky ha problemi ad acquistare ulteriore capacità satellitare. Vorremmo avere la possibilità di partecipare a un pacchetto più piccolo, la legge dice che ci vogliono più pacchetti e bilanciati. In questo modo ci sarebbero più offerte e più offerte vuol dire concorrenza, non caos". La palla insomma passa al giudice, e per il futuro del calcio italiano sarà il giorno della verità.
fonte: repubblica.it  (13 maggio 2010)

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