Serbia/ Stretta anti-ultras su scia processo morte tifoso

E’ iniziato oggi presso il Tribunale di Belgrado il processo a carico di 14 tifosi del Partizan Belgrado per l’omicidio del giovane francese, B. T. Il supporter del Tolosa rimase vittima, lo scorso 17 settembre, di una sorta di agguato da parte della tifoseria avversaria, mentre era seduto in un caffè del pieno centro della capitale serba che da là a poche ore avrebbe ospitato la partita di Europa League tra Partizan e Tolosa.

Ma per la Serbia non si tratta solo di rendere giustizia ai familiari del ventottenne, quanto di dimostrare di essere in grado di controllare e punire i gruppi ultrà del mondo del calcio, spesso direttamente legati agli ambienti della destra ultra-nazionalista in un mix deleterio di violenza e ideologia politica. Una vera piaga nazionale, che solo una settimana fa ha mietuto la sua ultima vittima, quando sugli spalti dello stadio Marakana un tifoso della Stella rossa è rimasto ferito durante un match da un colpo di arma da fuoco allo stomaco.

Il paramilitare serbo A. agli inizi degli anni novanta reclutava le sue famigerati ‘Tigri’ direttamente nella curva della Stella rossa. Era il tempo delle guerre balcaniche. Ma anche a scorrere la recentissima cronaca, non si contano gli episodi di violenza messi in campo da coloro che si identificano nei "Dedinje" (gli ‘eroi’ della Stella Rossa) e dei "Grobari" (i ‘becchini’ del Partizan).

Spesso sono gli stessi che militano in ‘Obraz’ o ‘1389’ tanto per citare i gruppi più noti e pericolosi della estrema destra. Gli stessi che diedero alle fiamme l’ambasciata Usa nelle proteste contro l’indipendenza del Kosovo: un giovane manifestante morì nel rogo il 21 febbraio 2008. O che lo scorso settembre chiamarono all’adunata per trasformare ‘in un bagno di sangue’ il gay pride di Belgrado. A due giorni dalla manifestazione il governo serbo ammise di non essere in grado di garantire l’incolumità dei partecipanti costringendo gli organizzatori a cancellare l’evento.

Intanto il tifoso francese era appena stato attaccato e sarebbe morto dopo 12 giorni di agonia. La vergognosa pagina del gay pride aveva messo definitivamente a nudo l’incapacità del governo serbo di garantire la sicurezza di una banale manifestazione. "Tutti gli estremisti, sia di destra che di sinistra, saranno processati davanti ai nostri tribunali", promise il presidente della Repubblica B. T. nell’inaugurare una fase di tolleranza zero, che portò alla messa al bando di tutti i gruppi politicamente estremisti.

Ma il vero banco di prova per la Serbia che guarda all’Ue e che lavora allo ‘sdoganamento’ della sua compromessa reputazione internazionale è il processo T., inaugurato stamane."Omicidio aggravato" è il reato contestato ai 14 imputati, membri dei gruppi ultrà del Partizan "Alkatraz" (oggi ‘Rebels’) e "Irriducibili". Due di loro sono alla macchia e vengono processati in contumacia. Tutti rischiano una pena dai 30 ai 40 anni di carcere.

"Abbiamo diversi problemi, in primo luogo quello di sapere chi ha ucciso materialmente B. T." ha dichiarato S. R., uno dei legali della famiglia del giovane tifoso francese ucciso. "Spero – ha aggiunto – che questo processo ci darà la risposta". E Belgrado sembra quanto mai intenzionata a dargliela.

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